giovedì 9 ottobre 2008

martedì 8 luglio 2008

Il tempismo

_MG_2072.JPG
...è la qualità fondamentale per andare al mare nelle Zeeland, sulle bellissime coste del Mar del Nord.
Sì, perchè bisogna sapere quando fare il bagno e quando invece correre al coperto che sta arrivando una tempesta...

_MG_2020.JPG _MG_2060.JPG _MG_1992.JPG _MG_2048.JPG _MG_2095.JPG _MG_2123.JPG

sabato 10 maggio 2008

moby


9
Foto di daviddenilphotography

Non sono tanto convinto, mentre in compagnia del mio coinquilino spagnolo e di altri amici e vicini di casa affronto la ripidissima discesa di Chaussée d'Ixelles che porta in Place Flagey.
E' vero, mi sono deciso a uscire, nonostante dieci minuti fa - quando Marco e Casto erano rincasati con questa news - stessi già pianificando un sonnellino. Però rimango scettico. E' che mi pare francamente improbabile che uno come Moby possa fare un concerto al (microscopico) Café Belga. E lo penso non solo per aver partecipato, in quanto alivers, a interminabili discussioni su cachet di musicisti e gruppi più disparati, ma proprio per la sproporzione fisica tra il personaggio e il luogo.

Devo rinfoderare in fretta il mio scetticismo, dato che arrivati nella piazza vediamo una marea di persone. E anche Moby, che canta su un palco di fortuna, messo di sbieco rispetto alla piazza, letteralmente in vetrina.
Il concerto è semplice e molto intenso, suonato nel bar e diffuso anche all'esterno. Il set è molto semplice, con un paio di chitarre e una grande voce femminile.

domenica 27 aprile 2008

buon compleanno

aliveseed.jpg

Ieri sera Alivefestival ha festeggiato i suoi 6 anni con il festival Aliveseed. Come da tradizione, musica arte e riflessione si sono alternate sul palco e nelle strutture di Hiroshima mon Amour di Torino.
Essendo a Bruxelles, per la prima volta non ho potuto partecipare direttamente, e mi sono dovuto accontentare dello streaming.
Attendo quindi ansioso di sentire il resoconto dettagliato via skype dalla voce dei miei colleghi alivers.
Dovrò aspettare ancora qualche ora, però.

Perché, come dice Antonio, i militanti al mattino dormono.

sabato 12 aprile 2008

cose italiane

Il mio amico e collega belga Nicolas è un appassionato conoscitore della lingua e della cultura italiana che padroneggia congiuntivi e periodi ipotetici del III tipo con più scioltezza della media dei nostri direttori di TG.
L'altra sera mi propone di andare a fare un aperitivo alla Piola libri, una libreria e wine bar italiana nella zona di Schuman e della commissione europea. Il locale è bello: atmosfera da ritrovo di italiani all'estero, ma in modo piacevole (tanti libri e nessun mandolino).
Decantando le doti del Barbera d'Alba che beviamo e insegnando a Nicolas come un vero italiano sovraccarica i piatti al buffet, passo una serata piacevole e morbida.

Quando usciamo, troviamo la mia macchina ad aspettarci con un vetro rotto e il baule alleggerito.

Un rapido controllo mostra che è stato rubato solo lo zaino di Nicolas, con annessa agenda e copia delle chiavi di casa, e così concludo la serata al commissariato di Polizia di Ixelles a fare la denuncia a scopi assicurativi.
Trovo ad attendermi l'inspecteur Jean-Claude Di Gioia.
Guarda il mio passaporto, aggrotta la fronte, mi fissa e fa:
- s'assettasse... -

giovedì 27 marzo 2008

back

Eccomi tornato nella vecchia e rassicurante europa.
Dovendo trovare un modo di parlare di questa fase americana che si è appena conclusa, mi rifugio nel giochino delle prime 5 cose.

Ripensando a questi due mesi le prime 5 cose che mi vengono in mente sono: nuotare nella piscina YMCA, camminare sul lago Calhoun ghiacciato, andare a sciare con i miei amici sudamericani, fingermi giornalista per entrare al comizio di Obama, guidare sulla I-94 per Chicago.
Le prime 5 cose che mi vengono in mente del mio ritorno a Bruxelles invece sono: la pioggia, il fatto che la mia macchina mi sembra piccolissima, le vie strette e le case vecchie, il treno, la lingua olandese.

martedì 11 marzo 2008

mercoledì 5 marzo 2008

dura lex

Fatico a comprendere alcune delle leggi americane. L'impressione è che il legislatore, avendo perso la battaglia del buonsenso sul 99% dei temi, si sia intestardito sui pochi che restano, ignorandone la marginalità.
Nel paese dove i negozi sono aperti sette giorni su sette e spesso ventiquattro ore al giorno, ad esempio, la legge dello stato del Minnesota proibisce l'apertura domenicale dei negozi di alcolici e dei concessionari d'automobili.

martedì 26 febbraio 2008

il mio rito mattutino

integralismo: s. m. tendenza ad applicare in modo intransigente ed esclusivo i principi di una dottrina o di un'ideologia.

Come molti altri, anche io ho un mio rito mattutino: mi piace arrivare presto al lavoro, e dare una breve scorsa ai quotidiani on-line bevendomi un caffè. Meno di cinque minuti, ma sono il mio modo di uscire dal letargo giornaliero.

Trovare ogni mattina le dichiarazioni della chiesa su laicità e laicismo sta rovinando il mio rito.
Tra gli altri, l'argomento che più mi urta è la discriminazione nei confronti dei cattolici, che essendo notoriamente una minoranza povera e remissiva si sentono continuamente presi di mira.

A tutto ciò io rispondo così:



PS. In questo momento, comunque, il mio rito mattutino è rovinato anche da un altro fattore: il temibile caffè americano. Quindi, ad un eventuale cardinale o vescovo che leggendo questo blog si sentisse in colpa per le conseguenze della sua bulimia mediatica sulla mia colazione, dico di non preoccuparsi. Anzi di sfogarsi adesso, di togliersi la voglia di dichiarare anche tre o quattro volte al giorno.
Ma, per favore, di smettere per metà marzo quando sarò tornato in europa.

lunedì 18 febbraio 2008

siamo quello che mangiamo, ma tutto?

disclaimer: post schifoso

La dieta a base di abuso di grassi saturi, idrogenati e transesterificati che segue ogni americano che ama il suo paese, la democrazia e libertà è più simile a carburante per aerei che a cibo. Tra i vari effetti collaterali il più evidente è la "panza".
Per evitare di andare a "ingrassare" il numero gia ragguardevole degli obesi, quindi, bisogna attrezzarsi.
E la gente si attrezza. La radio, ad esempio, racconta con entusiasmo la storia di allegri americani dimagriti di 160 libbre (75 chili) senza fatica.
Semanticamente, il problema è trattato come un piccolo ma fastidioso guasto, e così scopro che ci sono essenzialmente due modi per farsi riparare.
Il primo è l'asportazione del grasso in eccesso, che ha l'indubbio vantaggio di risolvere il problema in mezz'ora permettendoti di stupire familiari e amici. All'americano più scaltro, però, non sfuggono alcuni effetti collaterali non pubblicizzati, come il fatto che per qualche mese la tua pelle svuotata struscia per terra e rischi sempre di inciampare, e poi il problema finisce per ripresentarsi e tocca ricominciare da capo.
In alternativa c'è il metodo "equilibrato", quello che non promette soluzioni immediate, ma che risolve il problema gradualmente e una volta per tutte. E si tratta di rendere impermeabile una parte del tuo stomaco, in modo da ridurre la quantità di nutrimento che può assorbire. Tecnicamente detto by-pass gastrico, questo intervento ha risolto i problemi di molte donne e uomini che mi parlano dalla radio mentre vado al lavoro.

Ora, nonostante la voce entusiasta dei testimonial, sfortunatamente la mia formazione mi fa ragionare in termini di bilancio di materia -quello che entra meno quello che viene assorbito è uguale a quello che esce- dunque se mangi uguale e assorbi di meno...

Chiedendo scusa a tutti quelli stessero leggendo appena prima o dopo mangiato, chiudo considerando che il fenomeno non deve essere così marginale come verrebbe da pensare, considerando l'esperienza sensoriale unica che è andare nella toilette dell'ufficio, per altro pulitissima.

martedì 12 febbraio 2008

do not park in front of the fire plug

_MG_0605.JPG
se no prendi la multa, come capitava sempre a paperino...

luxury

Pare che il noleggio della macchina vada rinnovato ogni mese, così prendo la I-494 fino all'aeroporto. Anche se il noleggio è per due mesi, devo comunque restituirla e prenderne un'altra (e io che iniziavo a meditare di darle una pulita...).

Sbrigo le pratiche, poi esco in garage a prendere la mia nuova auto. Mi accoglie un ragazzo di colore, che avevo già visto il giorno del mio arrivo a Minneapolis.
Quel giorno, sveglio da 24 ore e sbalestrato dal viaggio, gli avevo chiesto lumi su come utilizzare il cambio automatico (N P D R 3 L?). Lui, entusiasta del fatto che fossi italiano, mi aveva tenuto una lezione su auto e viabilità utilizzando esclusivamente le 5 parole italiane che conosceva. Il mix sonnofamefreddolingua aveva creato in me una certo grado di confusione. Così mi ero convinto che il serbatoio fosse vuoto anzichè pieno, e avevo passato mezz'ora alla disperata ricerca di un distributore nell'intrico di highway e interstatali vicino all'aeroporto. Trovato il distributore grazie alla collaborazione di un poliziotto col fucile, finalmente mi accorgevo dell'errore dopo aver cercato invano di far entrare più di mezzo gallone nel serbatoio (traboccante).

Gli dico che mi ricordo di lui e del fatto che "parla" italiano, e così scambiamo due parole.
Finisce che, invece della macchina della categoria "intermediate" a cui avrei diritto, me ne vado al volante di una livello "executive", con i miei interni in pelle e le mie finiture in radica.

E con i sedili riscaldati, che mi dipingono un sorriso soddisfatto sulla faccia mentre guido verso casa.

giovedì 7 febbraio 2008

domenica 3 febbraio 2008

new york giants rules!!!

_MG_0276.JPG
Qualcuno potrebbe obiettare che ho scelto per quale squadra tifare solo a metà del secondo tempo, che non capisco le regole (anche se mi diverte il fatto che l'arbitro lanci in continuazione dei fazzoletti per terra), che ho dovuto controllare il nome della squadra su wikipedia prima di scrivere questo post.

In ogni caso abbiamo vinto il Superball: a 29 secondi dalla fine stavamo perdendo, ma poi qualcuno dei nostri ha lanciato la palla a qualcun altro nella zona di touchdown e questo qualcun altro l'ha presa. Poi abbiamo difeso per 29 secondi (durati 29 minuti) e alla fine abbiamo vinto.

Poi è stato tutto un'esplosione di kabuki e lancio di palloncini, con le classiche interviste del dopo partita fatte di frasi inconcludenti e domande scontate - sei contento di aver vinto il Superball? - e replay a ripetizione.

sabato 2 febbraio 2008

this blog declares his endorsement of Barack Obama

_MG_0236.JPG
Giro per downtown carico di macchine foto, con la voglia di scattare un po di questa strana città, che ora mi sembra sempre più normale. Cammino guardandomi attorno, maledicendo mentalmente il tempo nuvoloso che mi appiattirà tutte le foto, quando arrivo in 1st Avenue, e improvvisamente mi trovo attorniato da un sacco di gente, polizia e fotografi. Scopro che sta per arrivare Barack Obama a parlare ad una convenction in vista del Caucus di martedì prossimo. Mi piacerebbe entrare a vedere, ma non ho il biglietto e la coda per entrare nello stadio NBA dove si tiene la convenction è allucinante, e procede fino fuori Minneapolis, praticamente all'imbocco della I-394.

Riesco a farmi regalare un biglietto da un passante, ma il problema coda rimane. E allora faccio l'italiano. Torno vicino all'ingresso, estraggo la macchina fotografica e inizio a "lavorare". Dopo 2 minuti per tutti sono un fotografo, e mi fanno entrare non appena vengono aperti i cancelli.
Mi sistemo come meglio posso per fare qualche foto, ma sono comunque piuttosto lontano dal palco. Ormai compreso nel mio ruolo mi presento come cronista indipendente ai miei vicini e li intervisto.

_MG_0245.JPG

Conosco così Mike e Elizabeth alla mia sinistra, e due signore di colore alla mia destra. Per tutti e quattro si tratta della prima partecipazione alle primarie. Tutti e quattro sono per Obama. Sarà una schematizzazione eccessiva, ma noto una netta differenza: Mike e Elizabeth sono più razionali e partitici, parliamo del meccanismo di finanziamento della campagna elettorale, degli attacchi a Obama, della possibilità del Super-Ticket e dei richiami alla tradizione democratica. Le due signore alla mia destra sono invece sentimentali e razziali, e mi raccontano dell'Obama candidato non WASP alla casa bianca, delle assicurazioni sanitarie e delle scuole.
Negli Stati Uniti alle presidenziali si vota di martedì, e se lavori ti devi prendere un permesso. Queste due signore non hanno mai votato, e lo faranno solo se il candidato sarà Obama.

Il Target Center si riempie. Suonano i Golden Smog, che hanno 3 chitarre di cui almeno 2 inutili (che siano due amici che si sono imbucati fingendosi chitarristi come io mi sono finto giornalista?).

Trovo il discorso intenso e bello, e Barack Obama carismatico, idealista e non troppo retorico, simpatico e molto lontano dal populismo all'italiana. Ma forse ne parlerò in un altro post.

venerdì 25 gennaio 2008

eastern blok and south america

Oggi il mio collega Andres mi invita ad andare a sentire un suo amico di Chicago che suona in città. Io, da bravo aliver, accetto volentieri.
Andres è originario di Buenos Aires. Lavorava in argentina, fino a quando ha perso il posto durante la crisi economica del 2003. Non essendoci possibilità per lui in Argentina, ha deciso di andare a Chicago a fare un dottorato, e poi è stato assunto qui a Minneapolis.
Arrivo a casa sua in uptown, e scopro che uptown è esattamente l’opposto di downtown: case basse e tanti negozi, per lo meno sulla via principale.
A casa sua, che incredibilmente ha il pavimento in legno e un aspetto piacevolmente “non nuovo”, conosco sua moglie Carla beviamo un po di Yerba Mate per scaldarci.
Scopro che lo Yerba Mate che si beve da noi (fatto con la bustina come un the e zuccherato) è quello che loro danno ai bambini. Andres ha una specie di bicchiere di latta colmo di foglie tritate dalle quale spunta una cannuccia. Versa da un thermos un po di acqua bollente nel bicchiere e la beve dalla cannuccia. Le foglie tritate fanno da filtro, per cui non bisogna muovere la cannuccia, per non rompere la torta (un dettaglio tecnico sul meccanismo della filtrazione che non sfugge a noi geniali ingegneri chimici: non è il filtro che filtra, ma lo sporco che ci si accumula sopra, detto appunto torta).

Il concerto è al Rossi' Blue Star. Per raggiungerlo dal marciapiede entriamo in una casa e prendiamo l’ascensore verso il basso.
Finiamo in un una sala con un grande bancone centrale, tanti tavolini vicino al palco con tovaglie a quadretti blu, e foto di jazzisti appese ovunque alle pareti.
Ci raggiungono un certo numero di amici di Andres e Carla (che nel frattempo ho scoperto essere cittadina italiana anche se non parla italiano), un gruppo di ph.D sudamericani della facoltà di economia dell’università del Minnesota.
Ordiniamo aperitivi e una bottiglia di vino (al cameriere non devi dire il nome del vino, ma il codice, e mi si gela il sangue nelle vene), e inizia il concerto.
Il gruppo (chitarra classica – contrabbasso – sax/clarinetto – batteria) si chiama Eastern Blok, e suona musiche tradizionali del centro-est europa rivisitate in chiave jazz, con una grande chitarra.
L’amico di Andres è proprio il chitarrista, di origini serbe. Tra una parte e l’altra del concerto si siedono con noi e chiacchieriamo di Chicago, dell’europa e dell’alivefestival.
A metà serata vado in bagno, dove scopro un altro paio di cose interessanti. Per farti divertire anche mentre ti liberi dei liquidi in eccesso, i WC sono pieni di ghiaccio, e ci si può dilettare nello sciogliere i cubetti. Accanto al lavandino, poi, vedo un uomo di colore sulla sessantina con una uniforme da barbiere vecchio stile. Appena mi avvicino mi spruzza il sapone sulle mani e dopo che mi sei lavato mi porge un asciugamano pulito tiepido.
Finito il concerto torniamo a casa, sono già invitato per domani sera a mangiare la pizza da Andres, per il suo compleanno.

lunedì 21 gennaio 2008

minnehaha creek

_MG_9867_2.JPG

Domenica parto con l'idea di tornare a downtown, ma prima decido di fare un salto verso ovest, al lago Minnetonka, che mi dicono essere completamente ghiacciato. Quello che vedo appena arrivato al lago mi fa immediatamente cambiare idea.
Lo spettacolo, guidando sulle stradine vicino al lago, è impressionante: Il lago è una sconfinata distesa bianca, popolato da baracche e SUV di pescatori dediti all' ice fisching.
Unico indizio che si tratti di un lago e non di un campo innevato è la presenza dei moli d'attracco che spuntano dal ghiaccio.

Cerco di fare qualche foto, sfidando il freddo scendo dalla macchina per brevi puntate fotografiche di 3-4 minuti, che si concludono con dita intirizzite e piccoli cristalli di ghiaccio sulle ciglia, che scongelo accendendo la pontiac per spostarmi.

Ci sono molte cose curiose, ad esempio i cartelli stradali. Su un ponte che attraversa un tratto del lago leggo numerosi cartelli che ammoniscono "no diving from the bridge" (vietato tuffarsi dal ponte). In uno spiazzo che da accesso al lago leggo invece le norme di viabilità invernale sul ghiaccio, con limiti di velocità e distanze di sicurezza.

A fine giornata arrivo a Grays Bay, dove il Minnehaha Creek sfocia nel Minnetonka lake. Li assisto a una scena per me contemporaneamente consueta e assurda: da una delle casette vicino al bosco esce una signora con un grosso cane al guinzaglio. Scende al fiume, e si incammina sul ghiaccio. Dopo 50 metri libera il cane, e prosegue a camminare sul fiume ghiacciato, con il cane che le corre attorno, come nella più classica delle passeggiate ai giardini.

domenica 20 gennaio 2008

sabato 19 gennaio 2008

skyway

_MG_9776.JPG
Sfido il freddo polare e vado in centro con la mia fida Pontiac. Nove miglia sulla highway I-394 in direzione ovest e sono in downtown, seguo i cartelli e parcheggio nel garage A. Ingenuamente, nonostante il termometro della mia macchina indichi -5 F (circa -21°C), scendo al piano terra e inizio a camminare sulla settima strada nella direzione del centro. Il freddo è penetrante, nessuno in giro a parte un gruppo di barboni che raccolgono da terra mozziconi di sigaretta.
Cammino guardingo 500 metri, ma il freddo è troppo intenso: le lacrime mi si congelano sulla punta delle ciglia, i piedi sono gelati, e non sono ancora arrivato in vista di qualcosa simile al mio concetto di centro città.
Decido allora di tornare a casa, ma vedo all'altro lato della strada uno Starbucks, e mi ci dirigo con l'idea di riscaldarmi prima di affrontare il ritorno.

All'interno scopro che, salendo al secondo piano, si accede allo "skyway": un sistema di ponti coperti e riscaldati che unisce tutti gli edifici di downtown, e permette di muoversi in tutto il centro rimanendo al coperto e a temperature compatibili con la vita.

Felice della scoperta mi faccio un giro, sono completamente disorientato e la cosa migliore che riesco a combinare è comprare il libro di Barack Obama.

venerdì 18 gennaio 2008

walking in the sunshine

Inutile nasconderselo: gennaio non è il mese ideale per andare a Minneapolis.
Domani è sabato, l'ufficio è chiuso e avrei voglia di andare a fare due passi per scoprire il centro della città.
Consulto allora le previsioni del tempo: cielo sereno, vento moderato, temperatura -14.
Ora, questo sarebbe già sufficiente per suggerire un ripensamento del progetto "passeggiata in centro", ma non è tutto: la temperatura è in gradi fahrenheit, e corrisponde a circa -24°C.

lunedì 14 gennaio 2008

cervello e stomaco in asincronia

Mi perdonino, i miei 25 lettori, questo post sconclusionato. Sto lottando con la mia biologia sballottata dal jet lag che mi fa sentire affamato come a pranzo e assonnato come a tarda notte. Il tutto avviene alle 7 di sera.

Alcuni pensieri su Minneapolis:
1) ci sono così tante autostrade che ti chiedi dove abiti la gente che le percorre.
2) fa così tanto freddo che ti maledici se per caso hai dimenticato i guanti a Bruxelles.
3) il fatto di guidare una Pontiac mi sembra surreale ogni volta che ci penso.
4) oggi ho bevuto un caffè servito in un bicchiere tale e quale a quelli che si usano per degustare il vino rosso.
5) i miei colleghi hanno quasi tutti un dottorato al MIT.
6) la neve è così asciutta e così gelata che rimane sempre bianca, senza sporcarsi. 

lunedì 7 gennaio 2008

analogic

_MG_9768.JPG

Ho aperto un blog, vesto maglie a righe e sto per andare in America. Iniziano a essere troppe le cose che mi rendono un vero giovane.

Forse è per riequilibrare la situazione e riallinearmi al mio animo da nonnetto che ho iniziato a scattare foto con questa macchina fantastica.

passaporti e freddo

Dopo 10 meritati giorni di riposo in Italia, eccomi tornato in quel di Bruxelles.
Neanche il tempo di riabituarmi alle salsicce multicolori fritte, che sono di nuovo in partenza.

La consegna in tempo del mio passaporto rinnovato da parte del solerte commissariato di mirafiori rende ufficiale la mia partenza per la città di Minnie, dove starò due mesi. Tornerò a metà marzo, sempre che non rimanga congelato da qualche parte.

Buon anno a tutti