lunedì 18 febbraio 2008

siamo quello che mangiamo, ma tutto?

disclaimer: post schifoso

La dieta a base di abuso di grassi saturi, idrogenati e transesterificati che segue ogni americano che ama il suo paese, la democrazia e libertà è più simile a carburante per aerei che a cibo. Tra i vari effetti collaterali il più evidente è la "panza".
Per evitare di andare a "ingrassare" il numero gia ragguardevole degli obesi, quindi, bisogna attrezzarsi.
E la gente si attrezza. La radio, ad esempio, racconta con entusiasmo la storia di allegri americani dimagriti di 160 libbre (75 chili) senza fatica.
Semanticamente, il problema è trattato come un piccolo ma fastidioso guasto, e così scopro che ci sono essenzialmente due modi per farsi riparare.
Il primo è l'asportazione del grasso in eccesso, che ha l'indubbio vantaggio di risolvere il problema in mezz'ora permettendoti di stupire familiari e amici. All'americano più scaltro, però, non sfuggono alcuni effetti collaterali non pubblicizzati, come il fatto che per qualche mese la tua pelle svuotata struscia per terra e rischi sempre di inciampare, e poi il problema finisce per ripresentarsi e tocca ricominciare da capo.
In alternativa c'è il metodo "equilibrato", quello che non promette soluzioni immediate, ma che risolve il problema gradualmente e una volta per tutte. E si tratta di rendere impermeabile una parte del tuo stomaco, in modo da ridurre la quantità di nutrimento che può assorbire. Tecnicamente detto by-pass gastrico, questo intervento ha risolto i problemi di molte donne e uomini che mi parlano dalla radio mentre vado al lavoro.

Ora, nonostante la voce entusiasta dei testimonial, sfortunatamente la mia formazione mi fa ragionare in termini di bilancio di materia -quello che entra meno quello che viene assorbito è uguale a quello che esce- dunque se mangi uguale e assorbi di meno...

Chiedendo scusa a tutti quelli stessero leggendo appena prima o dopo mangiato, chiudo considerando che il fenomeno non deve essere così marginale come verrebbe da pensare, considerando l'esperienza sensoriale unica che è andare nella toilette dell'ufficio, per altro pulitissima.

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