lunedì 21 gennaio 2008

minnehaha creek

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Domenica parto con l'idea di tornare a downtown, ma prima decido di fare un salto verso ovest, al lago Minnetonka, che mi dicono essere completamente ghiacciato. Quello che vedo appena arrivato al lago mi fa immediatamente cambiare idea.
Lo spettacolo, guidando sulle stradine vicino al lago, è impressionante: Il lago è una sconfinata distesa bianca, popolato da baracche e SUV di pescatori dediti all' ice fisching.
Unico indizio che si tratti di un lago e non di un campo innevato è la presenza dei moli d'attracco che spuntano dal ghiaccio.

Cerco di fare qualche foto, sfidando il freddo scendo dalla macchina per brevi puntate fotografiche di 3-4 minuti, che si concludono con dita intirizzite e piccoli cristalli di ghiaccio sulle ciglia, che scongelo accendendo la pontiac per spostarmi.

Ci sono molte cose curiose, ad esempio i cartelli stradali. Su un ponte che attraversa un tratto del lago leggo numerosi cartelli che ammoniscono "no diving from the bridge" (vietato tuffarsi dal ponte). In uno spiazzo che da accesso al lago leggo invece le norme di viabilità invernale sul ghiaccio, con limiti di velocità e distanze di sicurezza.

A fine giornata arrivo a Grays Bay, dove il Minnehaha Creek sfocia nel Minnetonka lake. Li assisto a una scena per me contemporaneamente consueta e assurda: da una delle casette vicino al bosco esce una signora con un grosso cane al guinzaglio. Scende al fiume, e si incammina sul ghiaccio. Dopo 50 metri libera il cane, e prosegue a camminare sul fiume ghiacciato, con il cane che le corre attorno, come nella più classica delle passeggiate ai giardini.

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